Perché non possiamo sapere chi vincerà tra Harris e Trump
Kamala Harris è leggermente favorita, ma c'è moltissima incertezza
Mancano esattamente quattro settimane al 5 novembre 2024 quando si terranno le elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Saranno l'evento politico più importante di quest'anno e con più conseguenze, ma ad oggi è impossibile dire chi vincerà.
Come si vincono le elezioni
Gli Stati Uniti sono divisi in 50 Stati e ognuno assegna un numero di grandi elettori. Basta prendere un voto in più in uno stato per vincere tutti i grandi elettori (tranne in Maine e Nebraska). L’obiettivo è vincere 270 grandi elettori su 538 (qui c’è una mia spiegazione più dettagliata di come funziona). Nella stragrande maggioranza degli Stati le elezioni si sa già come finiranno e quelli in bilico sono solo sette: Wisconsin, Michigan, Pennsylvania, North Carolina, Georgia, Arizona e Nevada.
Per la vicepresidente Kamala Harris la strada più semplice per la vittoria passa dal Midwest e in particolar modo da Wisconsin, Michigan, Pennsylvania. Vincere in questi tre swing states le permetterebbe di arrivare esattamente a 270 grandi elettori e diventare presidente. Per Donald Trump invece la strada più semplice è vincere North Carolina, Georgia e Pennsylvania. Quest’ultimo è lo Stato chiave che potrebbe decidere le elezioni in quanto è fondamentale per entrambi i candidati. Secondo i modelli predittivi, la Pennsylvania ha circa il 25 per cento di probabilità di decidere le elezioni (motivo per cui viene definito come il tipping-point state).
Cosa dicono i sondaggi
I sondaggi ci dicono che Kamala Harris ad oggi è leggermente favorita. I sondaggi la vedono avanti in Michigan di 1,7 punti, in Wisconsin di 1,6 punti e in Pennsylvania di 0,7 punti. Questi dati le permetterebbero di arrivare ai 270 grandi elettori. Ma essendo anche avanti di 1 punto in Nevada potrebbe ambire a 276 grandi elettori (qui si può giocare con i vari scenari). Negli altri Stati è invece avanti Donald Trump: +1,5 punti in Arizona, +1 punto in Georgia e +0,9 punti in North Carolina.
I sondaggi sono però rilevazioni statistiche intrinsecamente incerte (qui c'è una spiegazione dettagliata). Ognuno di questi dati ha un margine di errore di 3 o 4 punti. Per esempio vuol dire che il reale risultato della Pennsylvania è in un intervallo che va da +3,6 per Harris a +2,1 per Trump. Basta sostanzialmente un minimo errore nei sondaggi per avere una vittoria a valanga di Harris o Trump.
Per essere fuori dal margine di incertezza, tra il dato di Harris e quello di Trump o viceversa devono esserci circa 6/7 punti. Se la differenza è minore, invece, gli intervalli si sovrappongono parzialmente e aumenta la possibilità che possa vincere il candidato dato attualmente al secondo posto. Questo ampio margine di incertezza è dovuto alla dimensione relativamente piccola dei campioni utilizzati nei sondaggi statali.
A differenza di quello che si sente spesso, non è ovvio che i sondaggi stiano sottostimando Trump. È vero che nel 2016 e nel 2020 è stato così, ma è anche vero che i sondaggisti applicano correttivi per evitare che accada di nuovo. Nel 2022, alle elezioni di metà mandato che hanno coinvolto la Camera e un terzo del Senato, sono stati i Democratici a essere sottovalutati. Se si verificherà lo stesso errore del 2020 sarà Trump a vincere, se ci dovesse essere quello del 2022 sarà Harris a diventare presidente. Ma non c'è modo di prevederlo.
A provare a tenere in considerazione questa incertezza ci sono i modelli predittivi. Si tratta di modelli statistici che elaborano delle probabilità di vittoria. I tre più importanti sono quello di Nate Silver (che viene usato dal 2008), quello dell'Economist (in uso dal 2020) e quello di FiveThirtyEight (creato per questa elezione). Dopo un periodo di disaccordo, i tre modelli si sono allineati e ora danno Harris leggermente favorita (55 per cento di probabilità di vincere).
In conclusione
È impossibile dire chi vincerà le elezioni. Sappiamo che Harris è leggermente favorita nei sondaggi, ma basta poco per passare dalla sua vittoria a quella di Trump. È sufficiente che si verifichi un minimo errore dei sondaggi o un cambiamento dell'opinione pubblica nelle prossime settimane. È impossibile prevedere con sicurezza il risultato e bisogna diffidare di chiunque abbia certezze (diranno poi che ci avevano azzeccato, ma alla fine con solo due candidati, una volta su due ci azzecchi anche tirando a caso).