La popolarità di Trump scende dopo i dazi
Il consenso del presidente americano è in calo, così come gli americani che approvano la sua gestione dell'economia e del commercio internazionale
Anche se in Italia c'è la convinzione che Donald Trump sia invincibile e il suo consenso inscalfibile, in realtà non è così. E i primi sondaggi fatti dopo l'annuncio dei nuovi dazi contro tutto il mondo lo confermano. Dazi che, se rimarranno, porteranno a pesanti effetti negativi sull’economia.
Fino a questo momento, sono stati condotti tre sondaggi interamente dopo il Liberation Day. Si tratta di un sondaggio di Navigator Research, un Morning Consult e un Rasmussen .
Il sondaggio di Morning Consult ha rilevato un calo di popolarità per Trump di 3 punti. Il presidente americano è passato da un tasso netto di popolarità (che è dato dalla differenza tra il tasso di approvazione e quello di disapprovazione) negativo di 3 punti il 30 marzo a uno di 6 punti il 6 aprile. Il Navigator ha invece rilevato un calo di sette punti passando da un dato di -2 del 17 marzo a uno di -9 del 7 aprile.
Rasmussen, un istituto di sondaggi apertamente schierato con i Repubblicani e Trump, in questo momento ha un tasso di approvazione negativo di 12 punti, mentre una settimana fa era di -4 punti. Non si tratta di un istituto molto affidabile, ma il loro tracking giornaliero ha mostrato un continuo calo in questa settimana.
Secondo la rilevazione di Navigator, il calo di popolarità di Trump sta avvenendo in tutti i gruppi: -5 punti tra i Dem, - 9 tra gli indipendenti, -8 tra i Repubblicani trumpiani 12 tra i Repubblicani non trumpiani. La rilevazione evidenzia anche come il 55 per cento degli elettori disapprova la gestione dell'economia contro il 42 per cento che la approva, un peggioramento complessivo di 8 punti rispetto al 17 marzo. In questo momento il 59 per cento degli elettori pensa che la situazione economica stia peggiorando, mentre dopo le elezioni lo pensava solo il 37 per cento.
Cosa pensano gli americani dei dazi? Solo il 30 per cento ha un'opinione favorevole, mentre il 58 per cento ne ha una sfavorevole. Il tasso netto è negativo di 28 punti contro i -15 di dicembre. Anche tra i Repubblicani, c'è un quarto di elettori che non li vede positivamente, mentre il 58 per cento è d'accordo.
Secondo una rilevazione di Data for Progress, solo il 35 per cento degli americani pensa che i dazi aiuteranno, mentre il 55 per cento ritiene che faranno danni. Nel complesso il 51 per cento disapprova la gestione dell’economia da parte di Trump, mentre il 46 la approva. Va ricordato che l’economia è proprio uno dei temi che hanno fatto vincere a Trump le elezioni.
Un sondaggio Ipsos, già il giorno dell'annuncio dei dazi, aveva evidenziato come la differenza tra chi pensa che gli Stati Uniti siano sulla strada giusta e chi su quella sbagliata fosse negativa di 24 punti sul commercio internazionale e di 23 punti sull'economia, dati che è probabile che peggioreranno ulteriormente dopo questi giorni di brusco calo dei mercati finanziari.
Secondo il sondaggio di Morning Consult, il 51 per cento degli americani dice di aver sentito più cose negative che positive sull'economia contro solo il 21 per cento che dice l'opposto. Si tratta del peggior dato da due anni e questo sta contribuendo al calo di popolarità di Donald Trump.
Alcuni senatori Repubblicani stanno valutando di votare una proposta di legge per riportare i poteri di imporre dazi al Congresso e toglierli al presidente. Trump ha già minacciato di porre il veto, ma secondo questo sondaggio Navigator, il 56 per cento pensa che questa sarebbe una legge corretta e solo il 33 per cento sta dalla parte di Trump.
Serviranno ulteriori dati nei prossimi giorni, ma questi sondaggi sembrano confermare quello che già si vedeva da un po' di tempo: la popolarità di Trump1 sta calando rapidamente e con un tasso negativo medio di -2,9 punti, dopo 77 giorni di governo è il secondo presidente più impopolare di sempre. Viene battuto solo dal se stesso del 2017.
I dati sempre aggiornati sono disponibili su Focus America.
I dati confermano una tendenza che stiamo osservando da settimane: la gestione economica della seconda amministrazione Trump non solo è impopolare, ma sta generando una percezione diffusa di instabilità, anche tra i suoi stessi elettori.
Nella nostra ultima pubblicazione di Grovigli scrivevamo che, sebbene gli esiti dell’amministrazione Trump siano spesso imprevedibili, il carattere e l’approccio restano sorprendentemente coerenti nel tempo — protezionismo, scontro frontale, unilateralismo.
Il rigetto crescente dei dazi da parte dell’opinione pubblica americana, inclusa una parte dei Repubblicani, dovrebbe essere un segnale chiaro anche per l’Europa: emulare comportamenti autarchici non è solo inutile, ma potenzialmente dannoso. In un contesto globale interconnesso, la risposta non può essere la chiusura.