Prosegue la crisi demografica italiana
Nel 2024 cala ancora la popolazione. Diminuiscono le nascite e solo l'immigrazione evita il crollo.
Ieri Istat ha pubblicato i nuovi dati sulla demografia in Italia del 2024 che confermano la crisi demografica in corso ormai da anni e di cui avevamo già parlato.
Cala ancora la popolazione
Nel 2024 la popolazione italiana è scesa di 37 mila persone, un calo dello 0,1 per cento, ma con importanti differenze territoriali. Nel Nord-Ovest si è infatti avuto un aumento di 28 mila persone e nel Nord-Est di 17 mila persone, mentre nel Centro un calo di 7 mila e nel Mezzogiorno di 75 mila.
Il calo della popolazione è rallentato solo dall'immigrazione. Nel 2024 infatti in Italia ci sono state 651 mila decessi e solo 370 mila nascite con un saldo naturale della popolazione di 281 mila persone, ma a fronte di 191 mila emigrati sono arrivate dall'estero 435 mila persone. Il tasso netto di immigrazione di 244 mila persone ha così limitato il calo. L'immigrazione è stata più forte nel Nord-Ovest e nel Centro rispetto alla popolazione totale, mentre il saldo naturale è stato meno peggio nel Mezzogiorno.
Le mappe della crisi demografica
A livello territoriale Trentino Alto Adige e Emilia-Romagna sono le due regioni con la maggiore crescita della popolazione registrando un aumento del 3,1 per cento, seguiti dalla Lombardia con un 2,3 per cento e dal Piemonte con un 1 per cento. La Liguria ha aumentato la popolazione dello 0,5 per cento, mentre Toscana e Veneto sono sostanzialmente stabili e tutte le altre regioni sono in calo.
Le regioni meridionali hanno invee registrato netti cali: si va dal -6,3 per cento della Basilicata al -3,4 per cento di Campania e Calabria passando per il -3,7 per cento della Sicilia, il -4,2 per cento di Puglia e Molise e il -5,8 per cento della Sardegna.
Il tasso migratorio totale, cioè l'emigrazione meno l’immigrazione rispetto alla popolazione, è positivo in tutte le regioni tranne Basilicata e Campania. I dati più positivi si registrano in Liguria, Emilia Romagna e Piemonte, seguite da Toscana Friuli Venezia Giulia e Lombardia. Calabria e Puglia invece sono quasi stabili.
Il saldo naturale della popolazione che è dato dalla differenza tra nascite e decessi è negativo in tutte le regioni con il peggior dato in Liguria (-8,4 ogni mille abitanti) e il migliore in Trentino Alto Adige (-1,4). Tra i dati molto negativi ci sono anche Molise, Umbria, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Valle d'Aosta e Marche.
Infine, il tasso di fecondità (o numero medio di figli per donna) va dall'1,04 del Molise all'1,39 del Trentino Alto Adige. Per tenere stabile la popolazione sarebbe necessario averlo del 2,1. Le regioni in cui è più alto sono Sicilia, Campania, Calabria e Veneto, mentre si registrano i peggiori valori in Basilicata, Valle d'Aosta e Molise.
Hai domande o suggerimenti? Puoi scrivermi a [email protected], su Twitter/X o su Bluesky